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Teacher training, è davvero necessario?

Un post forse controcorrente ma che potrebbe essere d'aiuto a chi si trova nel dubbio.


Oramai la parola YOGA è legata a un business talmente florido (e già qui collegare questi due termini è di per sé un paradosso) che non solo qualsiasi occasione è buona per offrire classi di yoga, suggerimenti su una respirazione corretta, consigli per l'apertura dei chakra e così via, ma anche per attrarre un pubblico vastissimo di praticanti che, smarriti nell'intrico di termini sanscriti, desiderosi di entrare in contatto con il trascendente e lusingati da narrazioni edulcorate della vita dei moderni yogi, prendono sempre più spesso in considerazione l'idea di fare un corso di formazione.

Insegno da quasi 10 anni e sempre più spesso mi capita di sentirmi porre la domanda: "Ma se volessi fare un teacher training (TT), che cosa mi consiglieresti? Da dove partire?".


Premesso che, come nel POST scritto tempo fa "Come inizio a praticare yoga?", non può esserci una risposta univoca che vada bene per tutti e sebbene io sappia che non sta bene rispondere a una domanda con un'altra domanda, mi ritrovo spesso a chiedere: "Che cosa ti porta a volere intraprendere un TT?"

Siamo oramai abituati a ragionare in termini di traguardi, certificazioni e titoli che, negli ultimi decenni, questa mentalità molto occidentale, in modo ampio e drammatico, ha influenzato anche la pratica dello yoga e l'approccio alla pratica. Oltre a declinazioni di sequenze di asana (quelli che chiameremmo stili) e di asana abbinate alle attività più disparate, innumerevoli sono anche i corsi di formazione offerti, che vanno dalle 10, 50, 300 e più ore (hrs), corsi che devono essere riconosciuti da un ente accreditato affinché abbiano una valenza e siano "rivendibili" sul mercato.

Va da sé, come puoi immaginare, che il mercato di questi corsi è estremamente florido e competitivo e ogni anno crea migliaia di insegnanti, più o meno qualificati.


Ma ha davvero senso spendere energie, tempo e cifre non certo irrisorie per una formazione?

Torno alla domanda "Che cosa ti porta a volere intraprendere un TT?"

Ti scrivo quella che, nel 2015, nel momento in cui dovevo scegliere se iscrivermi al mio primo corso oppure proseguire "solo" da praticante, era stata la mia risposta "Vorrei approfondire la pratica e comprendere che cosa c'è oltre gli asana ma di certo la mia intenzione NON è quella di insegnare".

Eccoci qui, qualche anno dopo con centinaia di lezioni alle spalle e allievi visti dall'altra parte del tappetino!

Rifarei quella scelta? Sarò sincera: Sì e NO.

Ovviamente quella decisione mi ha portata a dove sono ora stravolgendo, ai tempi, la mia vita e ne sono senza dubbio estremamente grata ma penso anche che ai tempi la mia scelta fosse prematura; mi mancava una pratica costante, una reale comprensione di ciò che mi stavo approntando a fare e, per ignoranza, un'alternativa. Pensavo che quel TT fosse l'unica mia possibilità per conoscere qualcosa di più sullo yoga e che senza un corso di formazione non avrei avuto altro modo di approfondire.

Ebbene no, ora che ho un quadro molto più ampio e dalle diverse sfumature, posso rispondere con maggiore consapevolezza a chi mi pone questa domanda che "Sì, un TT è una possibilità soprattutto se hai realmente l'intenzione di insegnare, ma non è la sola".

D'altronde in India fino a qualche anno fa non sono mai esistiti corsi di formazione, lo yoga - anzi, ciò che è generalmente oggetto dei vari TT ovvero la pratica di asana, pranayama e meditazione - non era assolutamente qualcosa che potesse essere appreso in 2, 4, 30 settimane ma richiedeva una dedizione costante e per un tempo indefinito nonché la guida di un Maestro che non rilasciava certo un certificato a fine percorso, anche perché quella "fine" non era contemplata se non con il raggiungimento dello stato di samadhi.

Ovviamente non siamo in India e pochi hanno la possibilità di intraprendere una scelta del genere, anche abbastanza estrema, ma la possibilità di approfondire la pratica fisica attraverso gli insegnamenti di maestri che vivono lo yoga nel suo senso più lato, la lettura dei testi della tradizione, una viva curiosità verso la cultura indiana offrono quella valida alternativa ai corsi di formazione e permettono di rendere la pratica sul tappetino meno sterile e fine a se stessa.

Non dimentichiamoci inoltre che, oltre all'impegno fisico, temporale ed economico richiesto, all'interno del proprio curriculum un TT, in un pacchetto più o meno esteso di ore ma comunque in un tempo limitato, normalmente presenta una carrellata di argomenti: asana, pranayama, anatomia, storia e filosofia, linee guida d'insegnamento, come sequenziare, ecc. argomenti che potrebbero non essere di nostro interesse se il nostro obiettivo non è quello di diventare insegnanti.

Credo che non affrettare la scelta, avere una maggiore consapevolezza e comprendere quale aspetto dello yoga sia realmente di nostro interesse, sia essenziale anche al fine di una decisione, ovvero quella di intraprendere un TT, che potrebbe avvenire in un secondo momento e che - come nel mio caso - potrebbe serbare dei risvolti inaspettati contrariamente a quanto pensato.


Ciò detto però, se senti già che la tua attitudine è quella all'insegnamento, avere una certificazione conseguita a seguito di un TT è fondalmentale e non potrai farne a meno poiché, rispetto a qualche anno fa, quando anche in Italia non era necessario avere conseguito crediti per condividere lo yoga con altri praticanti, ora qualsiasi studio o realtà con cui avrai modo di collaborare esigerà un attestato. Oltre al fatto che, a quel punto, è sì importante avere un'infarinatura generale che ti permetta di affrontare con un certo bagaglio di competenze i tuoi futuri allievi.


In qualsiasi caso è indiscutibile che la filosofia yoga è di una tale vastità e profondità che nessun corso settimanale con il nostro insegnante del cuore o teacher training, per quanto amato il primo ed esaustivo il secondo possano essere, potrà mai colmare appieno la curiosità di un ricercatore sul percorso e sta a noi, in prima persona, continuare a fare esperienza, integrare e approfondire, sul tappetino ma non solo.


Consapevole che non ci sono percorsi standardizzati ma diverse strade e possibilità lungo il cammino per raggiungere la stessa meta, spero che questa mia riflessione ti sia di conforto nella tua scelta.








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