Prendo spunto dal tema che abbiamo introdotto questa settimana, ovvero le quattro qualità del cuore, i quattro stati del divino o quattro incommensurabili stati mentali che, nel Buddhismo, prendono il nome di BRAHMA VIHARA, per proporti una meditazione, oggi più che mai, necessaria e preziosa, una pratica di amorevole gentilezza che ci rimanda a uno dei principi etici fondamentali dello Yoga, Ahimsa (non nuocere), una pratica che dovremmo tenere salda nella nostra mente ed esercitare quando incappiamo in quell'attitudine autoreferenziale in cui l'ego abbaglia e getta un'ombra su tutto ciò che non lo contempla.
Ma quali sono i quattro Incommensurabili?
Metta, amorevolezza verso tutti gli esseri viventi. Un sentimento che potremmo paragonare all'amore di una madre per il proprio figlio, incondizionato e privo di attaccamento egoistico;
Karuna, compassione per chi soffre. Un sentimento che non solo ci porta a sentire la sofferenza altrui ma anche a desiderare l'estirpazione di quella stessa sofferenza e della sua causa;
Mudita, empatia che ci permette di provare una gioia altruistica verso le gioie e i successi altrui;
Upekkha, equanimità che ci permette di rimanere in equilibrio e di mantenerci estranei alle discriminazioni e all'attaccamento indipendentemente da chi abbiamo davanti e dal risultato delle sue azioni.
Comprese queste quattro qualità del cuore i cui semi ritroviamo in ciascuno di noi, dobbiamo solo premurarci di dare loro nutrimento e di farli germogliare al nostro interno attraverso la pratica.
Ecco quindi come esercitarci nell'amorevole gentilezza attraverso una meditazione che potrai praticare da seduto o in una qualsiasi posizione e ovunque ti trovi.
Dopo avere portato la tua attenzione al centro del petto dove risiede hridaya, il cuore spirituale, rivolgi gratitudine, comprensione e simpatia verso te stesso e, successivamente, verso coloro che ami e per cui provi rispetto.
Le parole potrebbero essere le seguenti:
Che io possa vivere in salute (libero da dolore e malattia).
Che io possa vivere al sicuro (libero da pericolo e paura).
Che io possa vivere in pace (libero da problemi e conflitti).
Che io possa vivere nella gioia (libero da sofferenze e afflizioni).
Ora pronuncia queste stesse parole per uno sconosciuto o una persona "neutra" e, a seguire, per una persona con cui hai un rapporto difficile o qualcosa di irrisolto.
A questo punto estendile a tutti gli esseri viventi.
Quello che vogliamo fare esercitando un'amorevole gentilezza, non è sforzarci di diventare più buoni, ma lasciare che quella bontà, già in noi allo stato embrionale, si radichi più saldamente in noi fino a diventare la nostra naturale attitudine quotidiana. Così facendo, verrà meno la scissione "io-tu", il nostro cuore si aprirà all'amorevolezza e alla compassione per noi stessi, per l'altro e per tutte le creature e comprenderemo che, sebbene ci stiamo muovendo su sentieri differenti, il fine del viaggio è uno solo per tutti noi: il raggiungimento della felicità.
<< Tu stesso, come chiunque altro nell'intero universo,
meriti il tuo amore e il tuo affetto >>
BUDDHA
Annalisa che belle parole e che meraviglioso pensiero da interiorizzare e fare nostro 💕