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Yoga in gravidanza. Perché praticare yoga quando si aspetta?

Aggiornamento: 17 mag

E’ passato qualche anno dalla mia prima lezione di Yoga a future mamme e, nonostante abbia praticato con centinaia di donne, è sempre un’emozione per me affiancare queste ultime lungo il percorso attraverso una pratica che rispetti innanzitutto i cambiamenti fisici e più visibili che, giorno dopo giorno, avvengono nel corpo ma, al contempo, che dia spazio agli stati emotivi legati a tali cambiamenti e a quella trasformazione interna che segna il passaggio da donna a madre.


E proprio perché questo percorso è così personale e delicato, anche l’approccio alla pratica da parte delle gestanti è diverso: c’è chi si mostra spaventata all’idea di perdere la propria forma fisica e tonicità e vorrebbe mantenere un’attività fisica costante e intensa e chi, invece, preferisce ritagliarsi un momento rilassante dedicandosi solo a esercizi di respirazione o meditazione.


Ma che cosa aspettarsi da una lezione di Yoga in gravidanza? Quali sono i benefici?


Prima di tutto faccio un’osservazione che potrebbe sembrare banale ma che, in realtà, così tanto ovvia non è: una donna che aspetta può praticare attività fisica, anzi, quest’ultima è caldamente consigliata anche dalle autorità nel settore salute (ad es. l'Organizzazione Mondiale della Sanità o The American College of Obstetricians and Gynecologists che, tra l'altro, riporta proprio lo Yoga come attività consigliata in gravidanza). Ovviamente l’attività fisica in questione dovrà essere di basso impatto, risultare piacevole per la gestante e sempre autorizzata dal proprio medico.


Ho tenuto a precisare questo punto perché molto spesso, dalle richieste delle future mamme interessate al percorso, è filtrata la paura della propria fragilità, una paura che ritrovo anche sul tappetino nel momento in cui si approccia una sequenza.

In alcuni casi questo timore, soprattutto quando accompagnato dai tipici malesseri della gravidanza, porta a interrompere l’attività fisica per molti mesi e a riprenderla a ridosso del parto; come dico sempre, anche qualche settimana di Yoga è meglio che nulla, ma ovviamente sarebbe bene continuare a mantenersi in movimento durante tutto il periodo di gestazione, anche solo con una camminata quotidiana, e dedicarsi con costanza a un’attività più specifica a partire dal secondo trimestre in poi.


Il corpo della donna è naturalmente creato per ospitare, proteggere e dare alla luce una nuova vita e si fa ancora più forte proprio nel momento in cui quella stessa vita prende forma al suo interno.


Questo ci rimanda ai BENEFICI dello YOGA IN GRAVIDANZA.


TONIFICARE IL CORPO E ALLEVIARE I DOLORI

Partendo proprio dall’aspetto più grossolano, quindi dal corpo, è importante arrivare al parto fisicamente in forma in quanto il travaglio potrebbe durare poche ore così come qualche giorno; se il corpo è allenato, ci sarà un minor dispendio di energie e la stanchezza tarderà a farsi sentire.

Una pratica di Yoga in gravidanza, attraverso posture focalizzate sul bacino, il pavimento pelvico e la schiena, va a tonificare la muscolatura e, al contempo, a renderla più flessibile di modo da alleviare i disturbi tipici di questi mesi, limitare i classici dolori dovuti alla crescita del bebè e favorire una ripresa più veloce nel postparto.


ACCOGLIERE IL CAMBIAMENTO E CONNETTERSI CON IL BEBè

Il nostro corpo è soggetto a continui mutamenti, fa parte della natura, ma difficilmente essi avvengono in un periodo di tempo così breve come durante la gravidanza; per quanto si possa essere consapevoli della natura di tale trasformazione e gioire per ciò che essa porterà con sé, sicuramente non è sempre facile accettare che sia il proprio corpo a farsi più morbido e accogliente per custodire, sostenere e nutrire un’altra vita. Attraverso la pratica, in uno spazio di condivisione con altre mamme, ci concediamo del tempo per osservare quei cambiamenti quotidiani ed entrare in contatto con essi notando quali sono i segnali che il corpo ci rimanda e quali quelli che arrivano dal bebè a seconda della respirazione o della postura che pratichiamo. Un ascolto attento e a una connessione più profonda con il bebè che si riflettono in una maggiore accettazione di ciò che accade al nostro corpo.


DEDICARSI UNA CURA E RESPIRARE

La gravidanza comporta sì grandi cambiamenti fisici che sono davanti agli occhi di tutti, ma richiede senza dubbio un notevole impegno emotivo e mentale che esula dall’aspetto corporeo e che non va di certo trascurato.

Preoccupazione, meraviglia, paura, gioia, insicurezza rappresentano un’altalena che può rimanere in movimento per tutte le settimane di gestazione, un frustrante sali e scendi che destabilizza, di cui ci si vergogna e per cui ci si sente in colpa ma che fa parte del processo di trasformazione in atto.

Una parentesi come una lezione di Yoga può rappresentare un momento di ascolto di quelle emozioni e di cura di sé, una parentesi sicuramente breve e limitata ma nella quale ritrovarsi.

Durante questi anni di insegnamento e nel mio cerchio di amicizie, ho incontrato donne che vivevano nell’ansia, altre che nei mesi di gestazione si sentivano più in equilibrio che mai. Alcune non potevano stare ferme, altre che venivano sopraffatte dalla propria vulnerabilità. Indipendentemente dalla propria esperienza, il ruolo del tappetino e del respiro crea uno stato comune di equanimità. Respiro in senso metaforico, inteso come pausa dalla propria routine, ma anche in senso letterale dal momento che, con una maggiore consapevolezza di questo strumento e qualche tecnica appresa a lezione, si riscopre un utilissimo alleato con cui affrontare più facilmente gli sbalzi emotivi di cui sopra e il travaglio.

Una donna incinta che nasce come madre

<< Nel momento in cui un bambino nasce anche una madre sta nascendo. Lei non è mai esistita prima. La donna esisteva, ma la madre, mai. Una madre è qualcosa di assolutamente nuovo. >>

OSHO RAJNEESH





 

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Il mio pensiero per te è una MINI GUIDA scaricabile qui sotto:


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